Lo ammetto Google, SONO COLPEVOLE!

Pubblicato il 2 Febbraio 2013
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L'articolo tratta di Google, Seo .

Descrizione di una penalizzazione di Google per link non contenstualizzatoNell’ultimo anno e mezzo ho seguito meno assiduamente le evoluzioni di Google e del mondo Seo. Quello che è certo è che sono riuscito a sopravvivere a Panda, al primo Penguin e a tutte le modifiche successive almeno sino agli ultimi giorni.

Tra dicembre 2012 e gennaio 2013 mi sono accorto che la maggioranza dei miei siti è stata, come dire, attentamente monitorata da Google. L’analisi globale che il motore ha condotto presumo sia stata effettuata utilizzando i dati del mio account Webmaster Tool che, per praticità, contiene elementi relativi al 90% dei siti di cui direttamente o indirettamente mi occupo (sembra più saggio, invece, assegnare a ciascun sito uno specifico account).

Nella fattispecie, tra i tanti eventi negativi che si sono determinati a cui sto cercando di porre rimedio, mi sono accorto che l’articolo su Groupalia presente in questo blog, che mi garantiva almeno 4 o 5 commenti alla settimana ha smesso di colpo di produrre traffico e testimonianze. A seguito di una banale ricerca si è palesata una penalizzazione da parte di Google, in effetti, per la chiave principale, “Groupalia”, la pagina è passata dalla terza/quinta posizione alla centesima e oltre della serp relativa.

Motivo? Un link, presente e attivo da circa un anno, posto nel footer di un altro sito in maniera decontestualizzata, al solo scopo di migliorare il posizionamento dell’articolo stesso (vedi immagine che segue). Ebbene sì, sono colpevole!

Link posto nel footer di un sito che ha provocato una penalizzazione in un altro, facendolo transitare dalla 3° alla 100ima posizione della serp di Google

È evidente che tale pratica ha violato le linee guida di Google, unico arbitro delle sue serp, e che è giustificata una punizione. Mi chiedo, tuttavia, se questa non sia eccessiva e, soprattutto, se lo stesso strumento punitivo non possa, come dire, essere usato in maniera fraudolenta da altri (negative seo).

Procediamo con ordine, elencando sinteticamente tutte le considerazioni in merito a tale penalizzazione:

  1. la procedura è quasi certamente automatica: eliminando il link e rigenerando la sitemap del sito che lo conteneva, l’articolo, nel giro, di mezz’ora, è ritornato in seconda pagina della serp;
  2. una simile penalizzazione, sotto un certo punto di vista, contravviene al principio di Google secondo il quale si impegna a fornire, per ogni query, il miglior contenuto possibile. È una questione, come dire, filosofica: per il motore di ricerca è più importante fornire contenuti di qualità – e il mio lo è, lo ha stabilito Google stesso ponendolo tra la terza e la quinta posizione per un anno, contiene 150 commenti circa e ha ricevuto numerosissimi link spontanei e citazioni nei social – o scoraggiare l’uso di link decontestualizzati? Leggendo la dichiarazioni di intenti dell’azienda di Mountain View sembra debba prevalere il primo intento, ma, nella pratica, almeno in questa circostanza, prevale il secondo. Il motore, insomma, sembra concentrare molto più le sue attenzioni su di un singolo link che sul buon contenuto della pagina. Così facendo, di fatto, avvalora la tesi della maggioranza dei Seo per la quale il posizionamento, nel bene e nel male, è ottenibile quasi esclusivamente tramite  collegamenti ipertestuali;
  3. ritengo che – parere personale – la penalizzazione sia eccessiva e troppo generica, viene applicata tout court, a me come a chiunque altro,  senza considerare ciò che contiene la pagina a cui il link sottende (diverso sarebbe il discorso se il mio articolo fosse di scarsa qualità o fosse assimilabile allo spam). Il meccanismo odioso è quello che usavano presidi e professori a scuola, un compagno ne combinava una, non aveva il coraggio di confessare e veniva punita l’intera classe, indistintamente;
  4. la penalizzazione dovrebbe o, perlomeno, potrebbe essere segnalata in Webmaster Tool (proprio perchè ho prodotto un contenuto di qualità il motore dovrebbe aiutarmi a mantenerlo tale, segnalandomi eventuali “agenti inquinanti”). Tale mancanza non credo derivi dalla necessità di attingere a troppe risorse per attivare una tale funzionalità, visto che in quel tool compaiono decine se non centinaia di dati la cui rilevazione è di certo più complessa, ma dalla solita maniera occulta e unilaterale che l’azienda usa per punire chi ritiene abbia violato le sue policy, ma che non è detto che, nella pratica, l’abbia fatto. Ovviamente non si tratta del mio caso (alcuni amici seo sostengono che la segnalazione in certi casi avvenga, certamente non nel mio).
  5. entrambi i siti coinvolti erano presenti nel mio account Webmaster Tool, per cui, per Google, è stato semplice attribuirne la paternità ed individuare il link decontestualizzato. Ma siamo certi che la penalizzazione non possa avvenire comunque se il link mi viene posto da un altro sito che non controllo e di cui, magari, ignoro pure l’esistenza? Lo scoprirò a breve, giacché, appena il riassestamento sarà definitivo, un amico porrà, con le stesse modalità, un link all’articolo da un sito che non è collegato a nessuno dei miei. In secondo luogo potrò stimare il tempo necessario a Google per penalizzare il collegamento che viola le sue policy;
  6. ho notato, ma può essere un caso, che per tutto il tempo in cui la penalizzazione era attiva non compariva nello snippet l’authorship, la mia foto autore e i dati autore a questa associati;
  7. non credo che il mio articolo tornerà più in prima pagina. Ho notato che la serp in questione è in continuo movimento, quasi volesse essere ripulita da elementi, come dire, di disturbo. Ma questa è un’altra questione che magari affronterò in qualche altro articolo.

Posto che Google è legittimato ad utilizzare come meglio crede i suoi prodotti, posso dire che, in oltre dieci anni di attività ho maledetto parecchie volte gli aggiornamenti dell’algoritmo di ricerca di Google, ritenendoli, nel contempo, quasi sempre sufficientemente equi. Non stavolta. E, badate bene, non lo affermo perché è successo a me, tutto sommato l’essere stato in prima pagina per un anno mi gratifica a sufficienza. Il mio è un discorso più generale, spero non vi siano fraintendimenti a questo riguardo. Mi ritengo, peraltro, molto fortunato, quasi certamente riuscirò a ritornare stabilmente almeno in seconda pagina della serp, per altri utenti, per di più incolpevoli, la situazione è ben diversa, siffatte penalizzazioni, unilaterali e generalizzate, hanno provocato infatti una distruzione del loro lavoro più che una punzione.

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